L’aggressione avvenuta nei giorni scorsi verso uno straniero da parte di un vicentino, che a casa possiede un arsenale di armi e oggetti inneggianti al fascismo, è l’ennesimo esempio di quanto il clima d’odio profuso a piene mani da Matteo Salvini e dalla Lega attraverso le tv e i social stia incidendo profondamente sui pensieri e le azioni della gente comune.
La semplificazione dei ragionamenti, il parlare per spot alla pancia della gente non aiuta a capire la complessità dei problemi, serve solo a far credere alla povera gente che la sua difficile situazione sociale, economica, familiare, lavorativa sia causata dalla presenza di chi sta peggio. E’ l’apoteosi della vittoria del capitalismo: fare credere ai poveri che la causa della loro povertà siano gli altri poveri.
È un razzismo dei perdenti, di coloro che hanno subito l’umiliazione e l’impoverimento di decenni di politiche neoliberiste di governi democratici e progressisti di centro-sinistra che gli hanno tolto tutto: i soldi per mandare i figli a scuola, la scuola pubblica, la sanità pubblica, la pace, l’articolo 18, le pensioni, il futuro e la speranza. E, adesso lasciati soli, trovano nelle formazioni di destra una falsa speranza e cercano un facile, e ancora più debole, capro espiatorio su cui vendicare le loro sconfitte: migranti, rom, omosessuali, diversi, donne, …
Il nuovo razzismo e il nuovo fascismo nascono dalla paura.
Paura sociale di essere licenziati al lavoro perché poco produttivi, poco elastici e poco pronti al cambiamento; paura sessuale di essere vecchi e di non riuscire a far figli; paura di essere sostituiti da giovani popolazioni del sud del mondo; paura di essere invasi.
Come sconfiggere questa bestia nera che riemerge dalle fogne? Soprattutto smetterla con le politiche di devastazione sociale, battersi per la redistribuzione del reddito, per un vero salario di cittadinanza, per la riduzione dell’orario di lavoro, combattere la flat tax, imporre una tassazione progressiva e procedere con una patrimoniale contro i grandi patrimoni.