Rifondazione Comunista Federazione di Vicenza esprime completa solidarietà a Cinzia Bottene, dirigente dell’ANPI vicentina, fatta oggetto in questi giorni di pesanti e violenti attacchi riportati sui media locali con il solo intento di denigrare e umiliare una donna, la sua storia personale, le sue sacrosante battaglie contro la guerra e contro le basi di guerra, una donna sostenuta da un’amplissima comunità vicentina che le ha riconosciuto prima il ruolo di portavoce del grandissimo movimento per la pace No Dal Molin e poi le ha dato mandato di rappresentare in consiglio comunale un anelito di pace per un mondo migliore in cui “se vuoi la pace devi preparare la pace”.
Abbiamo aderito convintamente alla manifestazione per la pace voluta dall’ANPI di Vicenza, un evento costruito dall’ANPI con attenzione, tenacia, ma soprattutto con un dialogo democratico continuo e profondo, cosa rara e pregevole di questi tempi.
Era una piazza pensata e organizzata prima dell’intervento armato russo ma l’ANPI e gli altri organizzatori hanno accolto fin da subito la folta presenza della comunità ucraina che ha partecipato attivamente alla bella e colorata iniziativa.
In piazza quindi non si è cantato “We shall overcome” e nemmeno “C’era un ragazzo che come me …”, con forte disappunto di Giacomo Possamai e di Federico Formisano i cui successivi attacchi sul giornale sono lo specchio di un partito ormai maturamente guerrafondaio che dal parlamento finanzia l’invio di armi, di mezzi e di soldati in Ucraina, gettando benzina sul fuoco e tradendo la Costituzione che nell’articolo 11 recita “L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Leggiamo anche le parole di sdegno del sindaco Rucco, lui sì finto democratico, che ci ha revocato qualche giorno fa una sala comunale per approfondire storicamente le complesse vicende di un altro fronte orientale.
Dunque qual è la colpa di Cinzia Bottene dirigente ANPI? Ricordare! Ricordare che questa guerra, come tutte le guerre, nasce da una lunga sfilza di bugie e di contraddizioni che nel tempo si sono incancrenite. Ricordare che, se si vuole non far fallire un vero tavolo di trattative, tutte “le complesse vicende del confine orientale” dovranno essere analizzate da tutti i punti di vista. Non a caso scriviamo “le complesse vicende del confine orientale”.
Capiamo il dolore, la disperazione dei cittadini ucraini presenti in piazza sabato che chiedevano a gran voce di intervenire subito militarmente contro le armate di Putin. Cari amici ucraini, care amiche ucraine, la guerra purtroppo non è MAI la soluzione. E’ solo un grosso e grasso e sporco affare per i produttori, i piazzisti, i signori e gli oligarchi delle armi dell’est e dell’ovest che “preparano le risorse per i ladri delle borse”. I “poveri cristi” o muoiono sotto i colpi del cannone della guerra o muoiono sotto i colpi dell’economia capitalista che toglie diritti, speranze, salute. Le lavoratrici e i lavoratori russi e ucraini ed europei pagheranno il prezzo della guerra e delle sanzioni vedendo erodere i loro stipendi e pensioni dal carovita, non lo pagheranno gli oligarchi multimiliardari russi con doppio e triplo passaporto e con i loro conti segreti già trasferiti in banche estere, magari in qualche paradiso fiscale d’oltreoceano già utilizzato dai miliardari nostrani. I lavoratori russi, ucraini ed europei non hanno alleati tra gli esponenti dei governi che oggi si contendono a suon di bombe le spoglie di un paese dilaniato. La guerra non divide in buoni e cattivi, ma solo in ricchi e poveri.
Rifondazione Comunista condanna l’inaccettabile intervento militare russo e invita alla mobilitazione per la cessazione immediata del conflitto in Ucraina e la ricerca di una soluzione di pace. Rifondazione rifiuta la logica bellicista e imperialista che ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa. Facciamo obiezione di coscienza alla guerra e alle organizzazioni di guerra. Non ci arruoliamo e non mettiamo l’elmetto della NATO in testa.
L’Italia deve innanzitutto rifiutare qualsiasi coinvolgimento e recuperare il ruolo di pace e ripudio della guerra della nostra Costituzione.
A Cinzia ancora tutto il nostro rispetto e la nostra solidarietà.
RIFONDAZIONE COMUNISTA FEDERAZIONE DI VICENZA