Il sindaco Rucco si toglie la finta maschera democratica e veste finalmente quella più consona del centurione con la camicia nera impedendo ad un folto gruppo di organizzazioni politiche e sindacali di svolgere una conferenza pubblica “Sulle complesse vicende del fronte orientale” in una sala comunale precedentemente concessa con la presenza della prof.ssa Alessandra Kersevan tacciata maldestramente dal sindaco di Vicenza di negazionismo.
Evidentemente si vuole evitare che gli italiani sappiano la loro storia, che ripensino alla loro storia, si preferisce una narrazione vittimistica degli italiani “brava gente”, uccisi solo perché italiani, senza domandarsi come sia possibile che un esercito, che a quel tempo era comunque uno degli eserciti più importanti d’Europa, abbia aggredito un paese, l’allora regno di Jugoslavia, senza neppure dichiarare guerra, abbia annesso interi territori provocando la morte di decine e decine di migliaia di persone, abbia imposto leggi anti minoranze slave e come tutto questo possa essere negato nella sua importanza rispetto a quello che è successo su questo confine.
Il fatto che ci neghino la parola, che ci costringano nelle catacombe, è la prova evidente che hanno paura del confronto.
La censura di questa iniziativa antifascista da parte del sindaco Rucco era stata maldestramente anticipata sabato sera con una telefonata della segreteria comunale che avvisava di non ben precisate indisponibilità della sala per questioni covid, poi le nostre proteste hanno costretto il sindaco ad uscire con il comunicato che conosciamo.
Nella storia italiana di questi ultimi decenni ci sono stati moltissimi episodi di vera e propria censura, addirittura di documenti istituzionali o d’importanti film. Basta pensare al documentario della BBC ‘Fascist Legacy’, che non è mai stato trasmesso dalla Rai, nonostante lo Rai lo avesse acquistato e doppiato.
Nessuno nega che le Foibe ci siano state, ci sono persone che sono state uccise, ma la storia va inserita nella grande vicenda, tragicissima, della Seconda guerra mondiale e dei rapporti tra i popoli che vivevano lungo il confine orientale. Così diventerebbe una delle tante tragedie che si sono verificate: una tragedia da indagare, da spiegare, da capire nella sua valenza, in un contesto di una feroce occupazione nazifascista. Ma nel tempo la dolorosa vicenda delle foibe e dei profughi giuliani è diventata un grimaldello per permettere ai neofascisti di riciclarsi nella Repubblica, una Repubblica nata, lo ricordiamo, dalla Resistenza al nazi-fascismo.
Il Comitato Politico Federale del Partito della Rifondazione Comunista avvisa che ovviamente l’iniziativa si svolgerà comunque, all’aperto in Piazza Matteotti sabato 19 febbraio alle ore 16.30 come previsto.
Il Comitato Politico Federale del Partito della Rifondazione Comunista fa appello a tutte le organizzazioni politiche, sindacali e dell’associazionismo che si rifanno ai valori dell’antifascismo e della Resistenza ad essere presenti in piazza Matteotti sabato 19 per esprimere tutta la loro contrarietà alla decisione del Sindaco Rucco, una decisione gravissima, di natura autoritaria e che viola chiaramente e direttamente i principi costituzionali di libertà di riunione e di manifestazione libera del proprio pensiero.