DISOBBEDIENZA AL DECRETO SALVINI E GARANTIRE LA RESIDENZA ANAGRAFICA AI MIGRANTI

L’anno che si è aperto sta già portando drammatici cambiamenti democratici e sociali in linea con il drammatico degrado segnato dalle politiche del neoliberismo e dell’austerità.
Il governo in carica, prepotente verso i deboli, ma acquiescente di fronte ai prepotenti, ha accettato anch’esso i diktat dell’Unione Europea adottando una manovra che riduce sensibilmente gli impegni in tema di pensioni e reddito di cittadinanza, dà invece un ulteriore e significativo impulso allo stravolgimento del sistema fiscale a vantaggio dei più ricchi, prosegue nello smantellamento dei servizi pubblici e nelle privatizzazioni, e accetta di mettere in conto per il prossimo anno un abnorme aumento delle imposte indirette con un effetto micidiale sui ceti popolari.

In un Paese in cui prosegue e si accentua la ineguale distribuzione delle ricchezze, non si intravede alcuna inversione di tendenza; il governo persegue cinicamente e quotidianamente l’obiettivo di scaricare sui soggetti più deboli le inevitabili tensioni sociali che derivano dalle ineguaglianze, dall’ingiustizia sociale e dalle frustrazioni che si generano da una società lasciata priva di prospettive di crescita economica e civile.

L’applicazione dell’anticostituzionale decreto Sicurezza e i porti chiusi verso i migranti salvati in mare dalle navi delle organizzazioni umanitarie rappresentano il “cuore” disumano e criminale della cultura politica di un governo che indica negli immigrati il capro espiatorio imitando sempre più da vicino gli orrori del ventennio fascista.

La scelta di disobbedienza annunciata dai sindaci di alcune importanti città rappresenta un fatto politico e di civiltà che deve essere sostenuto.

È da incivili e disumani, infatti, lasciare la gente in mare; è da incivili e disumani negare il permesso di soggiorno a migliaia di profughi che hanno già ricevuto la protezione umanitaria per lasciarli in balia di se stessi senza più aiuti e consegnarli deliberatamente alla clandestinità in balia dei schiavisti e della malavita.

Chiediamo ai sindaci del vicentino che garantiscano ai richiedenti la residenza anagrafica, con la possibilità di fruire dei sevizi sanitari e sociali fondamentali, cioè un minimo di sicurezza senza il quale è impensabile qualsiasi percorso di integrazione.

Facciamo appello alla cittadinanza, alle forze politiche democratiche, alle organizzazioni sindacali, al mondo dell’associazionismo e del volontariato perché sia rafforzata la mobilitazione concreta in solidarietà di chi ne ha bisogno, sulla base dei principi e dei valori della nostra Costituzione. La ripresa di un percorso che riporti all’ordine del giorno il tema della giustizia sociale e del riscatto delle classi popolari dopo decenni di sconfitte e di immiserimento. È necessario più che mai sconfiggere la guerra tra poveri, tra lavoratori che questo governo sta fomentando.

Il Decreto Sicurezza ci costringerà alla disobbedienza, visto che qualsiasi manifestazione sarà vista come occupazione. Occuperemo le strade, le piazze, le scuole, le case, i tetti delle fabbriche e le fabbriche se necessario per la tutela dell’ambiente, della salute, del diritto allo studio, alla casa, al lavoro e alla pensione dignitosa. Per questo disubbidiremo al decreto Salvini e ci atterremmo a quanto dettato dalla Costituzione.. Questo governo dovrà preparare nuove carceri perché quelle già esistenti e sovraffollate, non saranno in grado di contenere tutto un popolo.

Roberto Fogagnoli – Segreatario provinciale Rifondazione Comunista