LA NATO E LE BASI MILITARI NELLA GUERRA TRA RUSSIA E UCRAINA.
Si è tenuta ieri sera (per chi legge martedì 4 luglio) nella sala di Villa Tacchi un convegno molto partecipato su la guerra, la pace, le strade da intraprendere per fermare la guerra, che diventa sempre più pericolosa e che, come tutte le guerre, è crudele e perfettamente inutile se non per dare fiato al sistema capitalista in crisi che troverà una boccata d’aria per gli asfittici polmoni del profitto grazie a tutta la partita della produzione di armi prima e alla ricostruzione di un intero paese poi.
Il convegno, organizzato da diverse forze politiche e sindacali e da associazioni pacifiste si è sviluppato con interventi molto interessanti ed approfonditi dei relatori: Don Maurizio Mazzetto di Pax Christi, Valter Lorenzi de Appello fermare la guerra imporre la pace, Paolo Ferrero del Partito della Rifondazione Comunista e Jose Nivoi del C.A.L.P. (collettivo autonomo lavoratori portuali) di Genova.
I 4 relatori principali hanno analizzato la situazione odierna alla luce di scritti e testimonianza di Politici e uomini del recente passato (Pertini, Dossetti ed altri senza distinzione di collocazione politica) e del presente che, in scritti, prefazioni a libri, articoli di giornale, con grande potere visionario hanno evocato il pericolo di conflitti che non solo distruggono ed uccidono ma cancellano qualsiasi tentativo di convivenza civile e pacifica, qualsiasi percorso che porti ad una visione multipolare del mondo; hanno interloquito sul che fare per giungere alla fine del conflitto; hanno raccontato da dove la guerra in Ucraina ebbe inizio, non certo dal febbraio 2022, infausta data dello sfondamento dei confini ucraini da parte dell’esercito russo ma da anni di trame politiche per giungere ad un accerchiamento del territorio della Federazione russa , di colpi di stato, di massacri delle popolazioni della regione del Donbass perpetrati dall’attuale presidente Zelensky, etc.; hanno raccontato di un percorso iniziato con le lotte dei portuali di Genova che non possono essere lasciati cadere ma ai quali è necessario dare continuità, un percorso da proseguire, appunto, unendo tutte le forze pacifiste, anticapitaliste, comuniste, i sinceri democratici, le associazioni cattoliche che, sotto la guida di Francesco I , hanno capito l’importanza dello stop ai combattimenti senza se e senza ma.
Dopo le relazioni principali sono intervenuti : Francesco Ambrosi del MIR, Dal Zilio e Novello dei comitati referendari contro la guerra, Spetic, del PCI friulano ed altri, in particolare i militanti dell’area della Base statunitense di Camp Darby, in Toscana.
La strada delineata è quella che ha il suo inizio dalla presa di coscienza dei lavoratori portuali di Genova che ad un certo punto sono scesi in lotta, hanno iniziato uno sciopero e si sono rifiutati di caricare armi sulle navi che sarebbero poi andate ad alimentare le guerre in Siria, In Palestina, in Yemen, in Libia e che si sono visti trattati da terroristi perché colla loro lotta avevano toccato gangli scoperti del commercio internazionale di armi, avevano toccato affari sporchi ed intrallazzi politco-mafiosi. Questi lavoratori hanno provato ad agire anche tramite le leggi dello stato ma si sono visti chiudere le porte in faccia da tutti, anzi come detto prima si sono visti mettere sul banco degli imputati.
I passaggi successivi, o concomitanti, sono state manifestazioni, sit-in, flash mob che si sono tenute in numerose città e paesi italiani con decine di migliaia di partecipanti; un passaggio importante è stato la bella e partecipata manifestazione tenutasi proprio a Vicenza, il primo Maggio, festa del Lavoro, davanti alla Caserma Ederle: un corteo che si è snodato dal quartiere San Pio X che ha raggiunto le mura della Caserma e che poi, ritornato in quartiere, ha registrato interventi dal palco, raccolta di firme per i referendum contro la guerra, con musica di vari gruppi.
Il convegno di ieri è stato la cinghia di trasmissione tra le iniziative del passato recente e quelle che il movimento contro la guerra ha intenzione di preparare per il vicinissimo futuro, senza dare un attimo di tregua a coloro, partiti, giornali, intere testate televisive, perfino Associazioni degli industriali, che da mesi fanno propaganda di parte (perché è molto difficile chiamarla informazione) e che nonostante tutto non sono riusciti a spostare la maggioranza degli Italiani che ancora fino ad una settimana fa (i sondaggi non li facciamo noi ma i giornali e le forze politiche belligeranti) si dichiaravano contro la guerra.
Noi ci prefiggiamo di lavorare su questa fetta di popolazione, ed ampliarla se possibile, mettendo bene in chiaro che i miliardi, una montagna, spesi per la guerra non potranno essere spesi per la sanità pubblica, per le pensioni, per le scuola pubblica di qualità, per il salario dei lavoratori, per i servizi essenziali.
La lotta contro la guerra passa anche attraverso la lotta per i nostri diritti
Partito della Rifondazione / Comunista-Unione Popolare / USB / CUB / PCI / La Comune