Non soddisfatto di aver derubricato la povertà a problema di “decoro urbano” il sindaco di Vicenza Rucco si scaglia contro le associazioni di volontariato che avevano denuciato la totale insensibilità dell’amministrazione di centro-destra vicentina verso quei cittadini più vulnerabili che hanno perso, anche a causa della pandemia imperante, ogni sostegno e aiuto.
Nel nome del decoro urbano il sindaco Rucco mette mano alla fondina della sua pistola e riprende, da sceriffo, la sua guerra personale ai poveri … non alla povertà.
La giunta, approfittando della stamp(ella) locale sempre sensibile alle politiche securitarie tanto care alle destre nostrane, coglie un’occasione di visibilità prendendosela con gli invisibili, i senzatetto, gli sfollati, i cartoni, i materassi, le forchette riposte dai diseredati fra le loro lacere e sporche coperte.
A Vicenza la guerra ai poveri non è una novità. Rucco criminalizza i cittadini in quanto poveri, in quanto sporchi, in quanto indecorosi, in quanto stranieri … nel bel centro storico cittadino. Ma oggi Rucco e la giunta, udite udite, incolpano della situazione cittadina quelle associazioni di volontariato che nei mesi invernali della pandemia del Covid-19 si erano permesse di denunciare, con tanto di documenti video, l’impressionante disinteresse e insensibilità degli apparati dell’amministrazione verso le precarie esistenze di questi invisibili.
La giunta vicentina non si è mai preoccupata di cancellare la povertà, le politiche sociali di Rucco hanno come unico obiettivo quello di nascondere la povertà sotto il tappeto buono: c’è una sequela di ordinanze che affrontano il problema sociale come una questione di ordine pubblico grazie al nazi-fascista consigliere di maggioranza Naclerio, con delega alla polizia urbana, o di ordinanze anti-sapori esotici per salvaguardare la vicentinità culinaria, come l’ordinanza anti-kebap dell’assessore al commercio Iovine.
L’obiettivo è sempre stato quello di ripulire il salotto buono della Vicenza-bene, ricca e aristocratica da tutti quegli elementi che rischiano di deturpare la vetrina.
La povertà è presente da anni nelle pieghe in ombra del ricco Veneto, lo abbiamo denunciato più volte: il 10% delle famiglie venete è povero e il dato è in continua crescita sospinto dalla pandemia del 2020 che ha fatto sprofondare centinaia di cittadini, già in condizioni lavorative precarie, nella spirale della disoccupazione e del disagio sociale.
E’ sotto gli occhi di tutti l’aumento vertiginoso delle presenze nelle mense della Caritas o negli empori della solidarietà in città, sono cittadini italiani che chiedono sostegni economici per affitti e bollette non pagate. Al tribunale di Vicenza è depositato un migliaio di procedure di sfratto, la stragrande maggioranza di queste è per morosità incolpevole. Il governo sta discutendo la proroga del blocco dei licenziamenti almeno fino a giugno, nello stesso mese scadrà la proroga del blocco degli sfratti. Una catastrofe economica e sociale si staglia all’orizzonte, ma Rucco ha la scopa in mano … siamo in ottime mani.