IN MARCIA CON IL POPOLO PALESTINESE

COMUNICATO STAMPA

Lo strabismo dei media nazionali e internazionali, che insistono nell’accollare ad Hamas la colpa dei morti Palestinesi sul confine della Striscia di Gaza con Israele, ha qualcosa di incredibile.

La Marcia per la Terra, la marcia del Ritorno, che si sta svolgendo in questi mesi in tutti i Territori Occupati è stata organizzata dai rappresentanti del popolo palestinese in ricordo del settantesimo anniversario della Nakba (“la catastrofe” in arabo), quando, dopo la guerra arabo-israeliana (1948-1949), decine di villaggi e città palestinesi vennero distrutti e circa 800.000 palestinesi nativi, musulmani e cristiani, dovettero lasciare le proprie case e diventare profughi, cacciati a forza e con premeditazione dalla loro patria dall’esercito israeliano e alla fine rinchiusi dagli Israeliani in piccole riserve quali la striscia di Gaza e Gerusalemme Est.

In 70 anni di occupazione israeliana, al popolo palestinese sono state sottratte prima la sua terra, poi i villaggi, poi i diritti civili e sociali, poi la cultura, la memoria e infine … la vita stessa.

Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga”, le parole di Primo Levi nel suo “Se questo è un uomo” valgono anche per il popolo palestinese qui e ora nel terzo millennio.
Ad un padre, ad una madre, ai giovani, ai vecchi palestinesi, privati di tutto, anche della dignità che cosa resta se non urlare la propria rabbia di fronte a tanta ingiustizia perpetrata con metodo così scientifico dal governo di occupazione israeliano.

Che cosa possiamo dire dopo l’ennesima azione militare sanguinaria perpetrata dal governo e dall’esercito israeliani verso un popolo in cammino che a mani nude chiede diritti e giustizia e chiede di poter rientrare nella sua terra da settanta anni?

L’ONU non ha la forza di far rispettare le decine le risoluzioni approvate dall’assemblea generale che Israele sistematicamente viola; l’UE considera Israele un interlocutore economico e politico privilegiato nella regione mediorientale e i suoi rappresentanti politici si muovono in ordine sparso abbaiando timidamente verso le provocazioni di Israele per poi ritirarsi frettolosamente nella calda cuccia con in bocca un ricco osso di qualche commessa commerciale israeliana.

Gli Stati Uniti con uno scellerato atto illegittimo hanno riconosciuto Gerusalemme capitale di Israele innescando un vero e proprio ulteriore conflitto nella regione già martoriata dalla guerra siriana.

E l’Italia? Il governo Gentiloni ha sostenuto la decisione degli organizzatori del Giro d’Italia di far partire la prima tappa del giro proprio nei Territori Occupati di Israele. Il nostro governo si rende complice nelle sistematiche violazioni israeliane.

Il Partito della Rifondazione Comunista Circolo di Vicenza appoggia, senza se e senza ma, le legittime richieste del popolo palestinese e ritiene che le azioni del governo israeliano siano da sanzionare immediatamente. Aderiamo convintamente alla Marcia del Ritorno e alla campagna di boicottaggio internazionale verso lo stato di Israele a partire dalla sospensione della prima tappa del Giro d’Italia.

Partito della Rifondazione Comunista
CIRCOLO VICENZA
Via Alberto Mario, 12 Vicenza