Ieri pomeriggio, davanti alla sede di Ava (Alto Vicentino Ambiente… o Affari?) si è tenuta una conferenza stampa, trasformatasi in sit-it per denunciare il nuovo piano industriale che il CdA di Ava ha presentato ai 31 comuni che costituiscono la proprietà dell’inceneritore (non lo chiamiamo termovalorizzatore perché le parole hanno un loro significato, e le cose hanno un loro compito ed impiego e finalità) in pieno agosto, con sindaci ancora in pausa e sindaci appena rientrati e sindaci appena eletti che sicuramente non avranno avuto tempo di leggere il malloppone tecnico del piano industriale.
Al blitz di AVA, che come i ladri entrano nelle case in agosto, ha risposto la popolazione, i movimenti si sono fatti sentire e vedere; in poco più di 24 ore, in una situazione di semi-rientro alla normalità anche per la gente comune, davanti ai cancelli di AVA si è formato un folto gruppo di militanti a presidiare gli uffici nei quali si stava svolgendo la discussione e votazione della proposta del CdA.
C’erano rappresentanti dei Centri sociali, rappresentanti di partiti di sinistra di alternativa, sindacati di base, rappresentanti di A.V.R (alto vicentini ricicla) che a gennaio aveva presentato una corposa controproposta, rispettosa dell’ambiente, della salute e del denaro pubblici, c’era Isde, c’erano i No Pfas, c’erano i cittadini preoccupati ed individui che rappresentavano se stessi ma che proprio per questo hanno dato forza alla manifestazione. Tutti noi abbiamo dimostrato che i blitz non sempre restano nascosti, a volte vengono scoperti.
Durante la manifestazione sono stati fatti degli interventi al microfono aperto: hanno parlato il CS Arcadia, il sindacato USB (maggioranza tra i lavoratori dell’impianto), AVR, il PRC, il dott. Lupo per ISDE e i No Pfas e altri.
Tutti abbiamo messo in evidenza la schizofrenia di AVA che da una parte vuole proseguire giustamente nella raccolta differenziata spinta, con sempre meno residuo indifferenziato da bruciare e al contempo vuole quasi raddoppiare la capacità di incenerimento delle linee proprio di quel residuo, con la costruzione di una nuova linea. Abbiamo sottolineato come la grossa spesa iniziale, circa 83 milioni, subirà una lievitazione come sempre succede quando si costruiscono grandi opere ma questa lievitazione non sempre è giustificata; abbiamo segnalato le menzogne che vengono propinate sulla assoluta sicurezza dell’impianto e della ricaduta zero di inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo per la semplicissima, antica, lapalissiana legge che in natura NULLA si crea, NULLA si distrugge ma TUTTO si trasforma e quindi la combustione non vuol dire distruzione totale: questa non è data. E a proposito di questo il presidio ha messo in evidenza come i fanghi e le ceneri residue, che dovrebbero essere conferite in discariche speciali proprio perché contenenti inquinanti ad altissima concentrazione, siano invece ammucchiati nei cortili, al sole, al vento, alla pioggia e quindi destinati alla dispersione nell’ambiente. Il nostro ambiente è inquinato checché ne dicano gli amministratori di AVA.
Altro è stato detto a proposito dell’utilizzo dell’impianto per produrre profitto, come ogni impresa calata nel mercato capitalistico fa: AVA ha un valore perché produce profitto, non perché pulisce l’ambiente. Ed è stato sottolineato come manchi una cultura del minor spreco possibile, a partire dai produttori per giungere giù giù fino alla grande distribuzione e al consumatore.
Ultima cosa di sapore esclusivamente politico: purtroppo abbiamo notato come tutte le amministrazioni comunali sia di Dx che di CDx che di CSx si siano allineate o abbiano espresso l’intenzione di allinearsi (25 comuni su 31); solo Schio ha mantenuto la posizione di opposizione assunta in gennaio quando ci fu la presentazione della Prof.ssa Laura Rossi in consiglio comunale degli studi effettuati partendo proprio dal progetto AVA. Altre due o tre realtà si erano espresse per un voto negativo ma quello che più sconcerta è che comuni importanti guidati dal CSx e forze politiche di CSx abbiano deciso di appoggiare il piano o al meno peggio di stare a guardare; una posizione molto pilatesca, che indebolisce il fronte di opposizione all’ingrandimento del mostro-inceneritore o che ci dice che molto spesso, su situazioni importanti per il bene comune, anche coloro che si dovrebbero schierare con la gente, di fatto seguono la strada del maggior consumo: di plastiche, di acqua, di suolo, di strumenti inquinanti etc.
Noi ieri sera c’eravamo, assieme a molti compagni di strada e ci saremo anche la prossima volta.
Partito della Rifondazione Comunista – Circolo Pietro Tresso Schio
Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Vicenza
Giovani Comunisti del PRC – federazione regionale veneta
in foto l’inceneritore di Ca’ Capretta di Schio